Il principio economico di scarsità nel mondo Marketing
Quattro casi concreti in cui il principio di scarsità ha aumentato la domanda di mercato di quattro diversi prodotti.
L'impiego di questo principio nel mondo del Marketing non è certo una novità, inizialmente attraverso forme e azioni semplici e basilari, oggi con metodologie sempre più sofisticate e strutturate.
Lo psicologo statunitense Robert Cialdini descrisse questo principio nel suo libro "Le armi della persuasione. Come e perché si finisce col dire sì" categorizzandolo come una tra le sei variabili su cui è possibile fare leva per condizionare il comportamento d'acquisto del consumatore:
"più un prodotto è raro o difficile da reperire, tanto più esso diventerà importante per il consumatore".
Per quanto ognuno di noi si consideri immune da qualsiasi strategia di comunicazione pianificata dalle aziende, e per quanto sia assolutamente vero che per convincere e sorprendere il consumatore al giorno d'oggi occorrono argomentazioni valide se non originali, chi di noi non si è lasciato condizionare almeno una volta dalla scritta "pochi posti disponibili" nell'acquistare un biglietto?
1. Snap Inc
L'azienda madre di Snpachat, Snap Inc. ha presentato il suo nuovo prodotto, gli Spectacles, nel settembre del 2016.
Invece di commercializzarli tramite le forme più comuni, online o in normali store, decise di venderli inizialmente attraverso gli Snapbots: dei particolarissimi distributori a tema, posizionati casualmente in varie Città degli Stati Uniti, per un tempo limitato e senza un vero e proprio preavviso (gli utenti interessati potevano conoscere la posizione dello Snapbots tramite un'apposita pagina del Sito Web, oggi non più funzionante).
Una volta istallato lo Snapbots l'unica forma di "pubblicità" prevista era il passaparola generato automaticamente dalle persone che diffondevano la notizia della sua presenza, soprattutto attraverso i canali Social.
La scarsità relativa al numero di prodotti disponibili, al tempo a disposizione unita all'originalità della modalità di vendita, sono stati gli elementi che hanno determinato il successo degli originalissimi Snapbots, tanto da assicurare ogni volta una lunga fila di consumatori in attesa del loro turno di fronte al distributore degli Spectacles.
2. Google+
Il principio di scarsità fu applicato anche da Google Inc. quando nel 2011 creò il suo Social Network, Google+.
Molti ricorderanno che inizialmente era possibile creare il proprio account solo attraverso un invito specifico ad iscriversi, ricevuto ad esempio da un amico o un collega.
Questa particolare modalità di iscrizione creò negli utenti la percezione di esclusività del servizio, permettendo a Google+ di raggiungere in sole due settimane 10 milioni di iscritti.
Nella fase successiva le iscrizioni vennero conformate agli altri Social, arrivando a 400 milioni di account e 100 milioni di utenti attivi al giorno, iniziando a competere con le altre piattaforme.
Oggi Google+ non è molto utilizzato, ma la sua scarsa disponibilità iniziale influenzò notevolmente la domanda e garantì un numero elevato di iscrizioni.
3. Nintendo
Gli amanti del mondo Gaming sicuramente ricorderanno qual è stato il prodotto più richiesto del mercato nel 2006 e nei due anni successivi.
Stiamo parlando della Wii.
Nonostante la produzione venne sin da subito aumentata da 1.8 milioni a 2.4 milioni di unità al mese, la domanda della console Nintendo superò per ben tre anni la rispettiva offerta di mercato, portando i consumatori ad una disperata ricerca del prodotto sia online che negli store.
La situazione era talmente critica che un dirigente Nintendo consigliò ai consumatori, stanchi di imbattersi solo in scaffali vuoti, di controllare i corrieri UPS per identificare il giorno di consegna della merce.
L'equilibrio di mercato, venne alla fine raggiunto al quarto anno di commercializzazione con 48 milioni di unità vendute.
4. Starbucks
Recentissimo il caso di Starbucks con il "Frappuccino Unicorno", le cui foto hanno letteralmente riempito le bacheche di ogni nostra pagina Social.
Secondo quanto riportato nella scheda prodotto, l'insolita bevanda era composta da "una spolverata di polvere rosa acida, mescolata ad una crema Frappuccino con sciroppo di mango e una spolverata di polvere blu piacevolmente dolce". Inoltre "finisce con panna montata alla vaniglia e una spruzzata di polvere rosa e blu".
Starbucks annunciò la disponibilità di questo particolarissimo prodotto in specifici negozi degli Stati Uniti per un periodo di tempo limitato, offrendo la possibilità di prenotare il proprio Frappuccino Unicorno, nel caso in cui non si volesse correre il rischio di rimanere senza.
Il risultato?
Dopo appena 24 ore dalla pubblicazione dell'annuncio, i vari Starbucks dislocati nei vari Paesi raggiunsero il numero massimo di ordini accettabili.
Oggi l'hashtag #unicornfrappuccino conta all'incirca 160.000 post solo su Instagram.
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